27/03/12

Biblioteca Nazionale di Napoli

In Italia, le biblioteche pubbliche statali sono diverse da altre biblioteche, in quanto gestite dalla direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali del MIBAC (Ministero per i Beni Culturali), dipartimento del Governo Italiano per la tutela dello spettacolo, della cultura, del paesaggio e del turismo.
La biblioteca nazionale di Napoli è la ‘’Vittorio Emanuele III’’, la quale ha sede nel palazzo reale, una delle principali residenze usate dai Borboni durante il regno delle Due Sicilie, in Piazza Plebiscito.
Nel corso della sua storia, il palazzo divenne la residenza dei vicerè spagnoli. Dopo l’unità d’Italia fu nominata residenza napoletana dei Savoia.





Dopo le biblioteche di Roma e Firenze, è la maggiore biblioteca italiana, con un patrimonio di 19.000 manoscritti, 4.563 incunaboli (documenti stampati con la tecnologia dei caratteri mobili nel XV secolo), 1.792 papiri ercolanesi, 1.800.000 volumi a stampa e oltre 8.3000 testate di periodici, per un totale di 1.833.655 testi.


Le biblioteche pubbliche statali hanno il compito di:

Raccogliere e conservare la produzione editoriale, italiana e locale;
Conservare, accrescere e valorizzare le proprie raccolte storiche;
Documentare e fornire informazioni bibliografiche, assicurandosi la circolazione dei documenti .

La Biblioteca Nazionale di Napoli fornisce :
Manoscritti e Testi Rari;
Sale di consultazione;
Periodici;
Atti Accademici Stranieri;
Emeroteca (Una raccolta di giornali, riviste e pubblicazioni periodiche nelle biblioteche pubbliche per consultazione e lettura);
Officina dei Papiri Ercolanesi;
Archivio storico




La fondazione di questa biblioteca risale alla fine del XVIII secolo, quando si cominciarono a conservare nel palazzo i testi contenuti nella reggia di Capodimonte. Il trasferimento iniziò nel 1784 e finì nel 1804, quando venne aperta ufficialmente al pubblico. Ci fu un grande dibattito, terminato nel 1922, dovuto al fatto che l’originaria sede del palazzo degli studi era diventata inadeguata, a causa dei molteplici testi contenuti al suo interno. Ma, grazie al filosofo, storico, critico, politico e scrittore italiano Benedetto Croce, il dibattito si concluse con la decisione di lasciare la sede in piazza del Plebiscito.

Anna Maria Di Nunzio e Ronga Mariarosaria 

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