30/01/13

Benny e Omar

Benny e Omar è un libro che tratta dell' amicizia tra un ragazzino irlandese ed uno tunisino; all'inizio sembra tutto un gioco, ma poi finiscono in una dura realtà.
Questo libro non mi è piaciuto molto perchè penso che abbia parlato più dei problemi che aveva avuto il tunisino,  cioè la morte dei genitori in un incidente stradale,  e dei problemi che doveva ancora affrontare, cioè salvare la sorellina dal manicomio.
Consiglierei questo libro a chi ama le avventure e le storie con un finale triste come quello del libro.

Arianna Vastarella III C

biblioteca scolastica L 192

Auslander

Peter si trova nudo nella fila della selezione, una porta decide il suo avvenire; i suoi occhi e i suoi capelli lo destinano ad una nobile famiglia tedesca.
Anna è una ragazza da un animo dolce.
Una lettera minaccia la serenità di Peter , le sue origini ebree stanno per farlo  catturare;  Segur,  il suo migliore amico rischia la vita per salvare i due .
La Svezia è l'unica via di fuga: Peter, Anna e sua madre vivono bruttissimi momenti di ansie e paure.
Peter è  un ragazzo sfortunato,  rimasto orfano a causa di un bombardamento,  non riuscirà mai a stare tranquillo perchè ripensa sempre ad Hitler e al nazismo.
Auslander è un libro avventuroso,  pieno di sorprese.


Alessandro Brillante III C

Biblioteca scolastica V.321

23/01/13

Il sogno di una cosa


Leggendo questo libro ho capito come era diverso il comportamento tra ragazzi di ieri rispetto ad oggi.
Nel libro i ragazzi cominciano a fumare ed ubriacarsi all'età di 17 o 18 anni mentre i ragazzi di oggi cominciano a fare questo tipo di esperienze molto prima.
Ciò che mi ha davvero appassionato in questa lettura è stato il fatto che i ragazzi di una volta avevano atteggiamenti diversi, ognuno di loro era speciale per qualcosa, erano una sola compagnia e non c'erano nemici o persone che non si sopportano , mentre oggi ci sono gruppi di amici che hanno solo quegli amici e basta,non fanno nuove amicizie.
Infatti, ciò che mi è piaciuto nel libro èstato il fatto che nascono tantissime amicizie .
Nel libro si possono notare delle differenze linguistiche e quello che mi è piaciuto è che prima si usava per salutare la parola "addio" mentre oggi si dice un semplice "ciao".
Consiglierei a tutti questo libro perchè oltre a parlare della vita di giovani come noi ci illustra anche la loro vita.


Giuseppe Froncillo III C

biblioteca scolastica  L. 60

Lo stralisco


In questa triste storia, che si svolge nel lontano Oriente, a Nactumal, i protagonisti sono un pittore e un bambino  con una grave malattia, uniti da un forte legame d' amicizia.
I due sono di animo semplice, ed hanno una passione comune, quella per la natura: l'uno l'ha imparata attraverso la pittura, l'altro attraverso le illustrazioni e le descrizioni dei libri.
 La pittura diviene quindi uno strumento per divertire Madurer che, non può vedere il mondo che lo circonda,  e fargli dimenticare la grave malattia che lo ha colpito e che lo farà 
morire.
Purtroppo il bambino è condannato  a causa di una allergia  provocata dalla luce diretta del sole e dalla polvere.
Roberto Piumini descrive nel racconto, anche il grande sentimento dell'amicizia, che può far provare emozioni positive e negative.
Sakumat, ad esempio, quando conosce Madurer è felice e al colmo della gioia, ma alla sua morte viene colpito da un forte dispiacere, che lo porta a isolarsi dalla gente che prima viveva vicino a lui, e a trasferirsi in un villaggio in riva al mare.

Simone Licciardiello III C


Biblioteca scolastica L 251

Pulce non c'è



“Pulce non c’è” è il titolo di un  libro molto interessante;  presenta la storia di una famiglia con una bambina autistica che deve affrontarne la separazione. I Servizi Sociali la allontanano per valutare se la famiglia è adatta alla bambina. Questo libro è molto bello e credo che presenti la realtà che vivono alcune famiglie con situazioni difficili da gestire, ma  i genitori mostrano tutto l’affetto e l’amore nel prendersi cura di bambini autistici. Io lo consiglierei a tutti, perché ci fa capire tutto ciò che i bambini autistici vogliono dire anche se non possono parlare, ma fa capire anche che con alcuni meccanismi possono trovarsi incontro a situazioni false, la verità è un'altra. Se dovessi dargli un voto da 1 a 10  darei 8 perché mi è piaciuto molto.

Mariagrazia  Porcelli III C

biblioteca scolastica V 384

18/01/13

Il signore delle mosche


Il libro “Il signore delle mosche” a mio parere è scritto in modo abbastanza buono ma non penso sia adatto a ragazzi della mia età. L'autore, William Golding,  cerca di far capire che in tutti noi c'è un lato brutale e che l'apparenza molte volte inganna.
I ragazzi vengono descritti come vere e proprie bestie che ad un certo punto perdono la ragione. Il modo in cui Ralph e Jack cercano di far stare tutti sotto il loro potere, rappresenta la realtà dell'epoca.
E’ un libro noioso, e  un'altra cosa che mi ha lasciato molto sorpresa, è il fatto che i ragazzi e soprattutto i bambini, denominati 'piccoli', non sentano mai la mancanza dei genitori.
Questo libro quindi almeno per me è sconsigliabile a tutti coloro che amano leggere libri coinvolgenti.
Marcella Colantuono III C

Biblioteca scolastica  V. 41

16/01/13

Cristo si è fermato a Eboli


Il libro “Cristo si è fermato a Eboli” racconta in modo autobiografico l’esperienza dello scrittore Carlo Levi che, dal 1935 al 1936 per le sue idee politiche, viene obbligato all’esilio a Gagliano, un paese della Lucania.
Lo scrittore attraverso il racconto di un’avventura della propria esistenza descrive la vita arretrata di un piccolo paese agricolo del sud,le sue tradizioni, la mentalità, i costumi.
Il titolo “Cristo si è fermato ad Eboli”anticipa il tema del libro, perché dopo Eboli la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare e si addentrano nelle desolate terre di Lucania dove non esiste una società civile abitata da cittadini, ma una comunità sostenuta da un sentimento di secolare pasienza e di rassegnazione a vivere una vita di stenti, malattie, 
patimenti. Nella cultura lucana la parola “cristiano”vuol dire uomo e lo scrittore nel titolo  riprende un’espressione che più volte ha sentito ripetere dalle bocche dei contadini che ha conosciuto e che esprime il loro sconsolato complesso di inferiorità:essi sono consapevoli di non essere considerati  cristiani né uomini, ma bestie, bestie da soma e forse ancora meno di bestie.
Carlo Levi è il testimone della presenza di un mondo senza tempo ancora legato alle pratiche stregonesche e a tradizioni primitive che vive all’interno dello Stato italiano che è inserito nella storia e rincorre la modernità e il benessere sociale.
Lo stile è informale e talvolta presenta vocaboli dialettali che servono a raccontare da vicino la cultura contadina in cui il protagonista si immerge. Nel racconto le sequenze descrittive si alternano a quelle narrative e in certi punti essi lasciano il posto alle  riflessioni dell’autore sulla questione meridionale e all’individualizzazione della sua eventuale soluzione.
Levi denuncia lo stato di povertà,ignoranza e malattia nel quale vivono i contadini meridionali e le ingiustizie,le violenze e lo sfruttamento che subiscono dallo stato borghese.
I contadini odiano lo Stato e i suoi rappresentanti locali:i signori,i podestà,i preti…..
Le iniziative dello Stato per i contadini sono inutili e insensate, perché provengono da un mondo lontano, diverso che non capisce i loro reali bisogni. Anzi lo Stato è considerato un nemico che impone loro tasse che li dissanguano e sacrifici di ogni tipo. 
Secondo Levi la questione meridionale è un fenomeno complesso che ha almeno 3 aspetti .
Il primo di questi è il contrasto tra il mondo della città e quello della campagna.
Il secondo aspetto è quello economico, cioè della miseria in cui vivevano le popolazioni del Sud.
Il terzo è quello sociale, cioè la presenza di una borghesia degenerata, immobile,impegnata solo a difendere i propri privilegi.
L’ autore sostiene che tali problemi si potrebbero risolvere solo se Stato e individuo non fossero più così distanti, ma divenissero un’unica cosa. Ciò si potrebbe ottenere solo concedendo autonomia a tutte le forze dinamiche della società le quali opererebbero finalmente per migliorare in modo consapevole la propria qualità di vita.
La lettura di questo libro è stata per me abbastanza impegnativa perché la narrazione è intervallata da continui riferimenti storici e riflessioni politiche e, a tratti, il linguaggio diventa un po’ complesso.
L’ autore  descrive minuziosamente e in modo realistico tutti i personaggi, i  paesaggi,le emozioni e le azioni. Tuttavia,attraverso la scelta di parole allusive e metafore, riesce bene a comunicare la sua angoscia, il senso di oppressione e prigionia dovuti all’immobilismo che avvolgeva Gagliano.
“Mi pareva di essere un verme chiuso in una noce secca” (pag.233) trasmette in poche parole lo stato d’animo con il quale viveva lo scorrere dei giorni,sempre  uguali l’uno all’altro con la consapevolezza di non “vivere” ma restare in attesa che arrivasse un futuro in cui poter di nuovo prendere parte alla Storia.
La tematica del romanzo mi è sembrata impegnativa ma allo stesso tempo,interessante perché mi ha permesso di approfondire la conoscenza di un periodo storico oggetto di studio in questi ultimi mesi di scuola.
Inoltre mi ha permesso di capire meglio le origini di una situazione che ancora oggi noi meridionali viviamo,nel nostro continuo confronto-scontro con le regioni del nord, nonostante molte lacune culturali e sociali siano state recuperate. 

Alessia Luce III C


Biblioteca Scolastica L. 111

15/01/13

Il sergente nella neve




Rigoni Sternha visto soldati morire, ha conosciuto la stanchezza,la fame, la sete, il sonno, eppure non ha mollato, ha continuato a camminare per arrivare a destinazione.
Forse è questo che tutti dovremo fare: arrivare alla nostra destinazione, non mollare mai, neanche di fronte a grossi ostacoli.
Il libro di memorie è scritto in modo semplice e chiaro, così come Mario vedeva le cose; bisogna affrontare la vita con coraggio e determinazione, e lui così affrontò la guerra.
E' un libro che, se letto bene, può far pensare, non ci sono scritte solo parole riguardanti la guerra, ma anche parole riguardanti la vita di oggi.
Ad esempio ''tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio'', anche al giorno d'oggi c'è buio nel cuore degli uomini, c'è tristezza.
E Mario Rigoni Stern ha affrontato il buio, senza mai mollare, arrivando a destinazione.


Lidia Di Bonito III C


Biblioteca scolastica  V.126



11/01/13

La fattoria degli animali




"La Fattoria degli Animali" é una satira sulle classi sociali.
Gli animali  si ribellano all'uomo per poter vivere in libertà ma col passare del tempo si ritrovano schiavi della loro vita e alcuni animali finiscono per assomigliare all'uomo.
George Orwell è lo scrittore di questo libro, e  vuol far capire come l'astuzia e l'intelligenza possano comandare.
Inoltre in questo libro inizialmente si pongono gli ideali di uguaglianza che in seguito verranno traditi.
Consiglio questo libro a coloro che hanno molta esperienza nella lettura.

Rosamaria Chianese III C



Biblioteca L.54

08/01/13

Non avrò più paura

"Non Avrò Più Paura" è un libro di Georgia Manzi. 
Mi è piaciuto e mi ha colpito molto perchè tratta una storia commovente. 
La protagonista si chiama Pupetta, ha 14 anni e vive in una città del Sud . 
Anche se piccola d' eta si trova costretta ad andare a lavorare come lavoro badante dalla signora Filomena, per  aiutare la famiglia che si trovava in difficoltà economiche .
Facendo questo lavoro conosce un ragazzo di nome Pino, con lui condivide qualche segreto. 
Se dovessi consigliarlo , lo farei senza dubbio perchè lo trovo molto adatto ai ragazzi della mia età. 
Se dovessi dargli un voto da 1 a 10 sicuramente gli darei 9 perchè veramente mi è piaciuto tanto ma soprattutto perchè mi ha fatto capire molte cose che prima non mi erano molto chiare.
Noi ragazzi di oggi siamo molto viziati e diamo tutto per scontato mentre ci sono ragazzi che sono costretti a lavorare sin da piccoli per aiutare le famiglie in difficoltà.

Lea Mucchio III C




Biblioteca  V. 118